A che punto siamo con la riduzione delle emissioni di CO2 e dove vogliamo arrivare?

Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 del precedente PAES, da realizzarsi entro il 2020, sono stati raggiunti e superati al 31 dicembre 2019. Il 2020 mostrerà emissioni sicuramente inferiori ma di poca valenza scientifica in quanto pesantemente influenzati dalle restrizioni dovute alla pandemia da COVID-19. È necessario, tuttavia, comprendere la distinzione tra consumi energetici della città e stima degli impatti delle azioni di mitigazione. I primi seguono dinamiche che spesso non sono direttamente correlate e controllabili dalle politiche energetiche, ad esempio: non è possibile imporre una limitazione alla temperatura interna invernale negli edifici inferiore a quella imposta dalla legge, lo stesso vale all’inverso per la stagione estiva; non è inoltre possibile impedire a chiunque di circolare liberamente con il proprio veicolo anche nei casi in cui il mezzo di trasporto pubblico sarebbe sufficiente a soddisfare la medesima esigenza di spostamento. I secondi sono del tutto teorici e solo parzialmente misurabili nei casi specifici. Per contenere e ridurre i consumi energetici il decisore politico e i tecnici individuano le azioni concrete che dovrebbero portare al raggiungimento degli obiettivi di piano. I due numeri non sono direttamente correlati, ecco perché dal 2001 ad oggi si osserva una riduzione delle emissioni dovute ai consumi reali pari a circa 185.000 tCO2, a fronte dell’aver eseguito azioni per la quali si è stimato, in fase di progetto, un impatto complessivo pari a circa 105.000 tCO2 di riduzione. Nella grafica successiva è rappresentata la situazione relativa alle azioni pianificate ed effettivamente realizzate nell’ambito del vigente PAES.

Con l’obiettivo di ridurre le emissioni dovute ai consumi reali almeno di ulteriori 185.000 tCO2 dovremo ricordarci di agire maggiormente nei settori che hanno subito meno il calo naturale dei consumi, quali ad esempio: il residenziale privato e il terziario. In tali settori, i bonus nazionali uniti a politiche locali di contribuzione, normazione, sensibilizzazione e informazione basate sui dati saranno i driver principali per il successo dell’iniziativa PAESC al 2030.

L’innovazione tecnologica e l’orientamento ad uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente saranno gli strumenti fondamentali da mettere in campo, con il supporto di tutti.

La ricerca scientifica ci ricorda che i cambiamenti climatici sono pesantemente in atto e che i fenomeni climatici estremi, imprevedibili e dannosi, necessitano di una risposta territoriale sul tema della resilienza. Il PAESC presenta l’analisi di vulnerabilità del territorio agli impatti dei fenomeni climatici estremi rilevanti e pianifica le azioni concrete per aumentare la capacità di adattamento. Su tali temi il parere dei soggetti esperti operanti in città e altrove rappresenta una necessità imprescindibile.